“Io e Matteo abbiamo caratteri molto diversi e lo scontro è all’ordine del giorno, è una cosa che ci viene naturale, come respirare. Ci conosciamo da anni, abbiamo visto gli stessi film, letto gli stessi libri, ma su certe cose non potremmo essere più diversi. Lui è più… rigido, diciamo. Gli piace che le cose rimangano com’erano, che si rispetti la “visione originale” di un’opera. Io invece credo che il mondo cambi, e che sia normale che cambino anche i prodotti che guardiamo. Non mi interessa attaccarmi a ogni dettaglio estetico o a ogni scelta fatta vent’anni fa. Per me conta solo il risultato finale: se un attore è bravo, se una storia è coinvolgente, allora funziona. Certo, il tema del cosiddetto “politicamente corretto” è ovunque ormai. La gente si scalda su ogni piccola cosa, spesso senza nemmeno sapere perché. Ma a volte mi chiedo: perché alcune persone hanno così paura del cambiamento? Perché bisogna sempre trovare espedienti per cercare lo scontro a tutti i costi. Questa situazione deve finire, altrimenti temo gravi conseguenze per la nostra società, e Matteo doveva saperlo.”




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