“Ciao sono Rina. Non ho un bel nome e non sono nemmeno una bella donna. Ho dignità da vendere però e nessuno mi può mettere i piedi in testa.
Ho incontrato da poco Giulia, una mia compagna di scuole medie. Non la vedevo da più di vent’anni. Lei è sempre stata molto bella e distinta. Ricordo che quand’ero piccola cercavo di imitarla. Non ci riuscivo ovviamente. Non avevo i soldi per comprarmi i vestiti che si usavano allora, negli anni Novanta: i top a righe, le zeppe, i jeans a zampa. Per me quello è stato un periodo bruttissimo, come per tanti. In famiglia mia papà stava molto male e mia madre era sempre in ospedale con lui. Non aveva il tempo di insegnarmi a farmi bella o a prendermi cura di me.
L’età delle medie è il periodo in cui cominci a non essere più una bambina. Il tuo corpo si trasforma e io all’epoca non ero né carne né pesce. Avevo una punta di petto, i capelli orrendi tipo paglia, gli occhi troppo grandi, confusi e arrabbiati. Non emanavo un buon odore, lo ammetto. Mia madre tornava a casa solo per dormire e fare qualche lavatrice e poi tornava in ospedale da mio padre. Inutile dirvi che purtroppo papà non ce l’ha fatta.
Giulia e le sue amiche ovviamente non mi consideravano completamente. Io sopportavo come se me lo meritassi. Ma in questa chat ho scoperto una cosa che mi ha fatto finalmente infuriare.”


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