“A volte non serve che qualcuno ti manchi, basta che smetta di accorgersi di te anche se con Gianni era tutto leggero: battute, spontaneità, quella cosa che ti fa dire “questa volta va bene”. Poi inizi a fare caso alle piccole cose: le sorprese sempre organizzate da te, i messaggi lunghi solo quando scrivi per prima, i “tranquilla, ci penso io” che arrivano solo se si tratta di qualcosa che gli serve. All’inizio scherzavo: “segno tutto, così a fine anno facciamo i conti”.
Lui rideva, ma io segnavo davvero — non per rinfacciare, ma per capire se ero io a dare troppo o se chissà in qualche modo sarebbe tornata utile per farmi apprezzare di piu qualcosa che avrei potuto dimenticare.
Ma un giorno mi sono accorta che non la stavo aggiornando più, perché le voci nuove erano tutte uguali: “ci sono io, come sempre”. E quando gli chiedi un favore semplice e lui risponde “eh, ma piove”, capisci che il problema non è la pioggia. È che da un po’ stai camminando da sola. E allora sì, forse fare la lista è servito: a capire quando smettere di aggiungere.”
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