“Io non so cosa ho fatto nella mia vita precedente per meritarmi una famiglia come la mia. Vi giuro: non ne posso più. Ho finalmente capito che si tratta di una famiglia tossica, parlando con gli altri e confrontandomi con altri tipi di madri e padri.
Ma adesso finalmente sono maggiorenne, e posso decidere del mio futuro. Mia madre è da quando ho sedici anni che mi fa fare consegne per il bar, ma va bene non è questo il punto.
Il punto è che io voglio seguire la mia strada, e non vivere la loro vita, né tantomeno essere sfruttato dalla mia stessa famiglia con la scusa che mi hanno cresciuto.
Un figlio non è in debito perché ha avuto da mangiare, da vestire e la possibilità di andare a scuola. Questi sono diritti con cui nasce, perché è il genitore che ha deciso di metterlo al mondo e non viceversa.
Ma i miei non vedevano l’ora che finissi la scuola per potermi schiavizzare come meglio credevano.
Però io ho le idee chiare e voglio lottare per quello che voglio. Almeno devo provarci!
Non sono uno che se ne sta a piangersi addosso e che aspetta che le cose gli arrivino dall’alto. Mi sono sempre dato da fare e spero per questo di riuscire a coronare il mio sogno.
Auguratemi buona fortuna, perché al momento sono terrorizzato!”
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