“Non ho mai avuto una vita familiare semplice. Anzi, per essere sincero, credo di non aver mai davvero capito cosa significasse sentirsi a casa con la propria famiglia. Fin da piccolo ero quello sbagliato, da correggere, da guidare, e quando per anni senti ripetere la stessa frase, finisci quasi per crederci. Ero lo zimbello di casa, ogni mia scelta veniva criticata, smontata, analizzata come se non fossi capace di intendere e di volere. E crescere così ti lascia addosso una sensazione costante di inadeguatezza, un rumore di fondo che non riesci a spegnere.
È anche per questo che ho deciso di comprare casa, per avere finalmente uno spazio mio, silenzioso, dove nessuno potesse dirmi come vivere. Pensavo che bastasse, ma mi sbagliavo, perché mio padre non ha mai accettato l’idea che io potessi avere una vita separata dalla sua volontà. Non ha mai smesso di farmi sentire la sua voce, il suo controllo, la sua presenza pesante. Questa chat è solo uno dei tanti momenti in cui ha tentato, ancora una volta, di mettere le mani sulla mia vita. E stavolta io non ce l’ho fatta a restare zitto. Mattia.”
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