“L’ho conosciuto a un aperitivo, di quelli in terrazza dove ti trascini con zero aspettative e finisci invece a ridere per ore con uno sconosciuto. Lorenzo era brillante, ascoltava sul serio quando parlavi, e aveva quell’ironia disarmante che ti fa venire voglia di restare. Ci siamo scambiati il numero tra una battuta sui segni zodiacali e una discussione filosofica sul perché il gin tonic batta il mojito, e da lì è partito tutto. I primi tempi sono stati perfetti: cene improvvisate, gite fuori porta, chiamate infinite. Mi colpiva il fatto che fosse sempre così attento, così preciso. Una persona organizzata, concreta, coerente. Mi sembrava il classico ragazzo “con la testa sulle spalle”. Poi ho iniziato a notare cose. Piccole, apparentemente insignificanti. Frasi che ti restano in testa, gesti che all’inizio sembrano dettagli ma che a lungo andare diventano campanelli d’allarme. Era passato circa un mese di frequentazione e una sera mi dice che deve assolutamente ritrovare uno scontrino di una minuscola spesa che avevamo fatto insieme il giorno prima. La mattina dopo mi scrive che l’ha trovato, quello è stato l’inizio della fine.”

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