“Non credevo sarei mai arrivata a scrivere per condividere una chat privata, tanto meno con mia sorella. Ma mi sento svuotata. Dolorosamente svuotata.
Pochi giorni fa è morto il mio cane, Swiffer. Aveva 14 anni. Era con me da quando avevo 19 anni. C’è stato nei momenti più brutti, quando mi chiudevo in casa e non avevo voglia di parlare con nessuno, quando tutto sembrava andare a rotoli. C’era sempre lui. Silenzioso, dolce, presente.
Mia sorella si sposa tra pochi giorni. Io dovevo essere la sua testimone.
Quando è morto, ho sentito un dolore che non riesco nemmeno a spiegare. Non dormo, non mangio, non riesco a parlare senza piangere. E proprio in mezzo a questo strazio, ho dovuto dire a mia sorella Silvia che non sarei riuscita a venire al suo matrimonio.
Le ho scritto con il cuore in mano, pensando che mi avrebbe capita, o almeno rispettata. Invece abbiamo finito per litigare. Male.
Per lei ho fatto una scelta egoista. Per me ho solo ascoltato quello che il mio dolore mi stava chiedendo: tempo, silenzio, rispetto.
È difficile spiegare cosa significhi perdere un animale che è stato tutto per te. Alcune persone non lo capiscono, e forse non lo capiranno mai.
Questa lite mi ha lasciato addosso una tristezza profonda. Non solo per Swiffer, ma per il fatto che in un momento così importante per entrambe, io e mia sorella ci siamo perse.
Non so se recupereremo mai davvero il nostro rapporto. Ma sentivo il bisogno di far leggere questa conversazione a qualcuno. Perché magari, da fuori, qualcuno riesce a vedere entrambe le verità.”




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