“Estate, agosto. Autostrada di un capoluogo di provincia italiano. Sono le sette del mattino: fa già caldo. Un furgone non proprio nuovissimo arranca verso la città: alla guida c’è Stefano, un uomo sui 50 anni, che sta tornado da lavoro. Un cliente, che è anche un suo caro amico, lo ha chiamato nel cuore della notte perché l’allarme della sua ditta ha cominciato, senza apparente motivo, a suonare e non si spegneva più: è stato avvisato dai vicini e, essendo in ferie e non sapendo che fare, ha chiamato il suo amico elettricista Stefano che è corso a risolvere il problema. Ora Stefano sta tornado a casa, stanco e accaldato. Ha sete ma non vorrebbe fermarsi a comprare qualcosa in autostrada.. lì l’acqua costa un sacco si sa, una bottiglietta te la fanno pagare anche 2 euro!! Ma fa già caldo, lui ha sudato tanto.. e poi, cavolo, ha lavorato per tutta la notte: si meriterà un po’ di acqua fresca, o no?! Magari frizzante.. e con del ghiaccio.. Gli sembra di sentirla già scorrere in gola mentre mette la freccia per l’uscita dell’area ristoro. E lì lo vede. A bordo strada, proprio davanti al cartello di “Benvenuti” piantato in quei tristissimi lembi di erba sporca che si trovano in tutte le autostrade italiane, c’è un grosso cane bianco. Oddio bianco. Più che altro intuisce che sotto tutto quello sporco che lo ricopre il pelo sia bianco! La povera bestia lo guarda negli occhi: ha uno sguardo spaesato e decisamente sconsolato.. Stefano entra lentamente nel parcheggio vuoto e va a comprare l’acqua.. ma berla non gli da la soddisfazione che immaginava. Continua a pensare a quel cane. Chiede alla cassiera che dice di non saperne niente: “non è nostro.. lo avranno abbandonato, guardi succede purtroppo” e gli da un numero per fare la segnalazione. Quando ritorna nel parcheggio però Stefano ha ormai deciso: almeno ci vuole provare. Si avvicina con cautela al cane. Lo chiama. Quello rizza le orecchie, fa qualche passo verso di lui, lo annusa, si fa accarezzare. Stefano continua a parlargli e apre la portiera del furgone. “Vieni dai!” gli dice. C’è un attimo di attesa… e poi il cane sale. Come fosse la cosa più naturale del mondo. “Non posso tenere un cane – si dice Stefano mentre guida verso casa – ma non potevo neanche lasciarlo lì.. lo porterò al canile: gli troveranno una nuova casa!”. Ma è agosto, fa caldo.. e poi non c’è motivo di andarci subito! “Lo farò domenica” dice Stefano…”

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