“Quando siamo piccoli non pensiamo troppo alle “cose da grandi”, ma quando arriva il momento di farlo le persone si dividono in due gruppi. Da un lato abbiamo quelle che hanno ricevuto una buona educazione, quelle che sono state introdotte al senso civico e quindi quelle che sono consapevoli delle battaglie che sono state combattute per ottenere i diritti che abbiamo oggi. Dall’altro lato, purtroppo, ci sono quelle persone che o quell’educazione non l’hanno avuto, o che hanno preferito voltare le spalle alle responsabilità, convinti che tanto ormai “il mondo non si può più cambiare, è tutto un magna magna” e altre frasi fatte così. Io faccio parte del primo gruppo, fortunatamente, mentre il mio ragazzo (diciamo così) fa parte del secondo. Esiste però un’età, e dovrebbe arrivare presto nella vita, in cui bisogna smetterla di seguire la massa e pensare con la propria testa. L’8 e il 9 giugno c’è stato il referendum ed era finalmente una grande possibilità per riprenderci alcuni diritti fondamentali che ci erano stati tolti. Il mio fidanzato doveva capirlo e andare a votare, era necessario, così sono stata molto rigida con lui.”

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