“Ciao, sono Alessia, ho 39 anni e oggi vi scrivo per condividere con voi un momento che mi ha lasciato un groviglio di emozioni: imbarazzo, delusione, ma anche una profonda riflessione su come le buone intenzioni possano a volte trasformarsi in qualcosa di completamente diverso.

Tutto è iniziato con l’organizzazione del compleanno di mia figlia, che quest’anno abbiamo deciso di festeggiare a casa di mia madre, la nonna della piccola. Mia madre ha sempre avuto un ruolo centrale nella nostra famiglia, e nonostante qualche divergenza, l’ho sempre considerata una donna aperta e tollerante. Eppure, quel giorno, qualcosa è andato storto.

Durante i preparativi, ho incontrato le mamme delle bambine invitate alla festa. È stato allora che ho scoperto un dettaglio che mi ha lasciato senza parole: una delle bambine, l’unica straniera del gruppo, era stata invitata a partecipare solo dal pomeriggio, mentre tutte le altre erano attese fin dal mattino. La madre della bambina, ovviamente, ci è rimasta male, e io mi sono sentita profondamente imbarazzata e delusa. Come era possibile che mia madre, che si è sempre proclamata tollerante e inclusiva, avesse fatto una cosa del genere? Soprattutto, come donna del Sud emigrata al Nord, avrebbe dovuto sapere meglio di chiunque altro cosa significhi essere esclusi perché “diversi”.

Quel momento mi ha scosso profondamente. Mi sono chiesta se conoscessi davvero mia madre fino in fondo o se ci fosse un lato di lei che non avevo mai voluto vedere. Eppure, quando ho affrontato l’argomento con lei, ho scoperto che c’era qualcosa di più sotto. Mia madre, con le sue buone intenzioni, aveva pensato di fare un gesto carino. A volte, la gentilezza può essere un’arma a doppio taglio, soprattutto quando non si conoscono tutte le sfumature di una situazione. E mentre riflettevo su questo, mi sono resa conto che, nonostante tutto, agli anziani si può perdonare. Mia madre non aveva agito con malizia, ma semplicemente con un’ingenuità che, in un mondo sempre più complesso, può portare a fraintendimenti anche…dolorosi.”

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