“Non so se sono l’unica, ma a me sembra che con l’avvento di internet qualcuno abbia aperto le gabbie dei matti. Mi chiamo Francesca, sto cercando di ultimare gli studi e faccio la babysitter per tirare su due soldi. Mi dà molto fastidio che in questo paese non riusciamo a capire l’importanza di questa figura e ho trovato annunci di lavoro da schiavisti per quattrocento euro al mese per un impegno totalizzante, come se ci dovessimo sentire obbligati ad accudire i figli degli altri per pochi spiccioli; e poi, cosa che ho notato, i più tirchi sono sempre i più abbienti, quelli che provano pure a non pagarti per la responsabilità dell’incolumità della loro stessa famiglia. Questo periodo, non so perché, non si trovano persone normali che facciano cose normali, tipo darti orari e indicazioni precise.

Oggi ho avuto la prova che se si dà una patente per guidare una macchina dovremmo darne una ancora più vincolante per fare figli: manco mi immagino che razza di infanzia riservi ai figli questa “signora”, la quale ha messo il suo annuncio su internet, con tanto di numero di telefono, e che già ai primi scambi di messaggi dimostrava di non essere particolarmente sveglia. Adesso, dopo la chat, mi è sorto il dubbio: ma chi è rimasto in casa se lei era così determinata a uscire? Non è che ha lasciato la bambina incustodita? A rileggere quanto era fusa mi sorge il dubbio.”

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