“Ciao Spunte Blu, mi chiamo Chiara, ho ventotto anni e da cinque non c’è più mio padre.
Non sono una di quelle persone che parlano dei morti tutti i giorni.
Anzi, di solito tengo tutto dentro: le battute che direbbe, le frasi che mi mancano, il modo in cui riusciva a farmi ridere anche quando mi faceva arrabbiare.
Ogni tanto però gli scrivo ancora.
Non per credere che mi legga, ma perché scrivere a lui è come rimettere a posto qualcosa dentro di me.
Quella sera ero da sola, seduta sul divano, e avevo appena scoperto di essere incinta.
Il test era lì, sul tavolo, e io non riuscivo a smettere di tremare.
Non l’avevo ancora detto a nessuno, nemmeno a Matteo, il mio compagno.
Avevo paura della sua reazione, della mia, di tutto.
E la prima persona che mi è venuta in mente è stata lui.
Mio padre.
Così ho riaperto la chat, quella che non avevo mai cancellato, e ho cominciato a scrivere.
Come facevo una volta, quando gli raccontavo le cose che contavano davvero.
Solo che, stavolta, qualcuno mi ha risposto.”
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