“Io non so fare le foto dello schermo, infatti mi ha aiutato Eleonora, la mia vicina di casa giovane. Dice che dovevo mandarvi questa storia.
Eccola qua.
Mi chiamo Lina, ho 68 anni, sono in pensione e da tempo vivo da sola. Ho avuto una vita molto dura, anche se apprezzo sempre le cose belle che mi capitano. Mi sono innamorata di un uomo meraviglioso, mio marito, che se ne è andato molti anni fa. Adesso ho delle amiche sincere, una sorella complicata che chiede più di quanto dia, e una figlia che non c’è più. Marta.
Due anni fa se l’è portata via un tumore al seno. Era una guerriera, mia figlia. Una di quelle donne che si alzano anche con le ossa rotte, che sorridevano pure con la nausea addosso. Bellissima, forte, vera.
Da quando non c’è, mi sembra che il mondo abbia abbassato la voce. Restano i suoi figli. I miei nipoti. L’unica parte di lei che vive ancora a colori.
Andrea, mio genero, è diventato praticamente un figlio per me. Dopo la perdita, ha preso una decisione che ho capito, anche se mi è costata. Un’occasione di lavoro importante in America, e via, con i bambini.
Ci sentiamo, sì. È affettuoso, presente. Ma niente può sostituire certe mani piccole che ti abbracciano forte.
E oggi è il mio compleanno.
E nel silenzio, mi preparo a far finta che vada tutto bene.”



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