“Io e Marika stiamo insieme da un anno e mezzo. Ci siamo conosciuti su Instagram: ho commentato una sua illustrazione, lei mi ha risposto a tono e siamo finiti a scriverci per ore. Lei è il tipo che ti parla di patriarcato mentre si stende l’eyeliner con la precisione di un chirurgo. Io invece sono… normale. Serie tv, birra, calcetto il giovedì. Ma ci capiamo, quasi sempre. In questo periodo è in Spagna, a Barcellona, per un corso di studio. Un mese. Mi aveva detto: “Non ti preoccupare, ci sentiamo ogni giorno”. E lo facciamo. Solo che, da quando è lì, è come se si fosse impazzita. Ossessionata dal femminismo e da idee rivoluzionarie di libertà, che va bene… Io ascolto, provo a capire. Ma poi si contraddice se si parla delle mie di libertà. Oggi ha pubblicato una story. Una foto. Ho fatto zoom… e mi sono spaventato, lo ammetto. E  ho fatto la cosa più innocente del mondo: le ho scritto. Una domanda semplice. Una curiosità. E invece… Mi sono trovato in mezzo a un’esplosione a tema libertà, peli e doppie morali. Ma giuro, stavo solo cercando di capire. Una volta tanto, non stavo nemmeno cercando di avere ragione.”

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