“C’è un momento in cui capisci se fai parte della famiglia o no. Con Fabio sto da un anno e mezzo: viaggi, weekend, cene, progetti… tutto bellissimo. Ma ogni volta che si tratta di eventi con i suoi, io resto fuori. A Natale “meglio di no, c’è già troppa gente”, a Pasqua “ne parliamo dopo”, ai compleanni “solo per i parenti stretti”. Ho sempre lasciato correre, convincendomi che fosse questione di tempo, che prima o poi sarebbe arrivata l’occasione giusta per conoscermi davvero.

E invece no. È arrivato l’invito al matrimonio di suo cugino, e io ero sicura che sarebbe stato il momento perfetto. Invece Fabio mi ha detto che non mi porterà, perché “è una cosa intima, di famiglia”. Dopo un anno e mezzo.
Lì non ci ho visto più: non si tratta di una festa o di un pranzo, si tratta di rispetto. Se dopo tutto questo tempo non sono “abbastanza” per stare al suo fianco davanti ai parenti, allora non lo sarò mai.

Quello che non sapevo è che dietro a tutte le sue scuse non c’era un generico “momento sbagliato”, ma qualcosa che per la sua famiglia contava ancora troppo.”

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