“Non mi sono mai sentita così umiliata in vita mia.
Pagare l’affitto, per me, non è mai stato un problema. Lavoro, faccio sacrifici, tolgo soldi a me stessa pur di avere sempre la certezza di versare quella cifra ogni mese. Puntuale, precisa, senza mai un ritardo. Eppure sembra che tutto questo non conti nulla.

Quando ho detto in famiglia che ero incinta, mi aspettavo reazioni diverse. Forse un abbraccio, un sorriso, anche solo un “auguri”. Invece no. Mia zia, quella stessa persona che da anni mi affitta la casa, ha pensato bene di farmi un brutto scherzo.
Perché? Perché avere un figlio, secondo lei, è “troppo ingombrante”. Troppo rumore, troppe spese, troppa confusione. Come se diventare madre fosse una colpa.

Non riesco a capacitarmi. Non sono mai mancati i soldi, non sono mai stata una cattiva inquilina, anzi: l’appartamento lo tengo meglio di come me l’ha dato. E ora, solo perché sto diventando mamma, dovrei essere cacciata fuori.

Quello che fa più male non è nemmeno l’ingiustizia in sé. È che venga proprio da lei, da una persona di famiglia.
Ed è questo che non riuscirò mai a perdonarle.”

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