“Quando Rosi mi ha chiesto di organizzare il mio addio al nubilato, ho esitato. Non è la mia testimone, non era nemmeno tra le prime opzioni… però ci teneva. Ha insistito. “Mi farebbe stare bene”, ha detto. “Mi distraggo un po’, sto sempre chiusa in casa con i bambini.” E io, come una scema, ho pensato: vabbè, se per lei è così importante… che male c’è? Non sono una persona difficile. Mi adatto. Cerco sempre di non fare polemica, di non passare per quella che rovina tutto. Così le ho detto di sì. Le ho lasciato spazio, fiducia, anche entusiasmo. Ho pensato che magari aveva bisogno di sentirsi parte di qualcosa. Ero perfino contenta che si stesse muovendo in anticipo. Poi ieri mi ha scritto una delle ragazze. Una tranquilla, una che non fa mai storie. Mi ha detto solo: “Ale, forse è meglio che ti fai dire cosa sta combinando Rosi…” Da lì è partita la conversazione che state per leggere. Diciamo solo che… c’è un limite anche alla buona fede. E forse avrei dovuto capirlo quando ho sentito le parole “truccabimbi” e “torta con due dediche” nella stessa frase.”




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