“Non so se vi è mai capitato di ritrovarvi bloccati in una situazione che dipende completamente da qualcun altro. Una di quelle giornate in cui avete già mille pensieri, mille responsabilità, e vi affidate alla persona che dovrebbe aiutarvi… e invece vi ritrovate a guardare l’orologio, a fare avanti e indietro come degli scemi, mentre lei continua a scrivervi “Arrivo”, “5 minuti”, “Quasi lì”. Ecco, questa è la storia della persona più in ritardo che abbia mai conosciuto in vita mia. Non parlo del classico ritardo da “scusa traffico”, “non trovavo le chiavi”, “il gatto ha vomitato”. Parlo di una che riesce a trasformare ogni singolo giorno in una telenovela, con una fantasia nelle scuse che neanche gli sceneggiatori delle soap anni ’90. Di solito la prendevo a ridere, perché alla fine ci siamo sempre volute bene e, per quanto fosse un disastro ambulante, trovavo il modo di perdonarla. Ma quel giorno no. Quel giorno avevo bisogno che fosse puntuale. Non per un appuntamento, non per una cena, non per un favore da poco, un favore davvero importante. Speravo che questa volta la mia fiducia sarebbe stata ripagata.”

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