“Mio marito vuole usare un’app per ricreare nostro figlio che purtroppo non c’è più.
Vi scrivo perché non ne avevo mai sentito parlare prima. E lì per lì ci sono rimasta. È possibile parlare ancora con mio figlio. È possibile che lui mi guardi ancora con quei suoi occhi da cerbiatto e le ciglia lunghe lunghe. Ho pensato a come sarebbe bello sentire di nuovo il suo della sua risata o la gioia di quando mi chiamava mamma. Tutte queste cose possono tornare e io ho pensato che sì, poteva essere un modo per non sentire più questo dolore che come una piovra mi avvolge tutta come un peso che mi porto costantemente addosso, giorno e notte, qualsiasi cosa faccia, come un marchio sulla fronte che mi tira giù e mi porta a essere triste, angosciata, anche quando sto ridendo, anche quando sto bevendo un semplice caffè.
Mio figlio era un bambino felice, stava crescendo e amava fare l’attore. Gli piaceva rifare certe scene dei cartoni animati che vedevamo insieme e in particolare amava fare i leoni, amava giocare a scar e a simba, amava quella scena della grotta dove scar parla con simba. L’AI forse può aiutarci a sentirlo giocare di nuovo…. O forse no?”
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