“Ciao Spunte, mi chiamo Giulio e sto per diventare padre. Ma quello che dovrebbe essere il periodo più bello della mia vita, si sta trasformando in un incubo silenzioso fatto di umiliazioni, frecciatine e soldi che non so da dove arrivano.

La famiglia di Angelica ha iniziato a gestire la nostra gravidanza come se fossi io l’ultimo arrivato. Ogni volta che ci vediamo parte una gara a chi mi fa sentire inadeguato:

“sei giovane”, “il tuo lavoro è provvisorio”, “per fortuna ci siamo noi a darle una mano”. Sempre con quel tono da martirio, come se si stessero sacrificando per salvarmi la vita.

Io lavoro 12 ore al giorno, faccio turni massacranti, eppure riescono sempre a farmi passare per quello che non è in grado di mantenere la propria famiglia.

L’altro giorno è arrivato a casa un pacco enorme. Dentro, vestiti firmati per la bambina: 1.400 euro di roba.

Angelica non era a casa. Non avevamo speso quei soldi. Le nostre carte non avevano movimenti.

E la sensazione che ho avuto, mentre guardavo quella roba, è stata bruciante: io non sto controllando più niente della mia famiglia.

E poi mi è venuta la domanda che ha fatto saltare tutto:

“Chi cazzo ha pagato tutto questo… e perché io sono l’ultimo a saperlo sempre?”

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