“Non so bene come cominciare questa storia, perché già così mi sembra assurdo che sia capitata proprio a me. Cioè, ci sono persone che si lamentano dei genitori perché non capiscono la tecnologia, e poi ci sono io, che avrei preferito mille volte un padre che confonde Google con Facebook piuttosto che… beh, quello che ho scoperto.
Partiamo dall’inizio: ho 23 anni, mi chiamo Diletta e ho una vita abbastanza normale, un lavoro precario come tutti, un giro di amicizie più o meno stabile e una serie di situazioni sentimentali che definire “disastrose” sarebbe un eufemismo carino. Insomma, niente di nuovo sotto il sole.
Dato questo quadro idilliaco, è abbastanza ovvio che un’app di dating prima o poi te la scarichi. Io non ci credevo troppo, ma le mie amiche mi hanno convinta, dicendomi che “bisogna fare esperienze” e che “tanto male non fa”. E quindi eccomi lì.
Un’attività abbastanza innocente, no? A quanto pare NO. Non se scorrendo poi ad una certa ci trovi TUO PADRE.
Raga vi giuro, ho avuto un primo mancamento appena l’ho visto e ho subito pensato a mia mamma… Poi, dopo aver parlato con mio padre, lì ho avuto una serie di altri mancamenti…”
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