“Un tizio mi ha scritto per minacciarmi di azioni legali per come avrei trattato sua figlia, che aveva fatto una prova nel mio locale.

Altro che non c’è lavoro e i poveri giovani sono costretti ad emigrare. C’è una buona fetta incapace di fare niente, che non vuole fare niente e cerca di speculare quando ha una opportunità. Io sono Cosimo e ho un panificio che fa anche da tavola calda. Abbiamo sempre avuto una gestione familiare ma serviva un aiuto al bancone-cassa lato panificio. Si è presentata questa ragazza, Emanuela, senza esperienza ma con voglia di fare. Guadagnare qualcosa per pagare l’università. Così si presentò. La prendiamo in prova per una settimana, per abituarsi e fare esperienza e per valutarne progressi e impiego. Diciamo che già dopo mezza giornata si è palesata per una causa persa. Inutile andare avanti. E mica c’entra l’esperienza… E poi mi scrive il padre con queste minacce! Cose dell’altro mondo! Leggete quello che è accaduto, assurdo! E se non avessi avuto testimoni?”

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