“Essere madre significa spesso fare i conti con i sacrifici silenziosi, quelli che i figli non vedono mai. Lavoro, casa, spese da coprire, e in mezzo un ragazzo che sembra non avere limiti. All’inizio pensavo fosse la solita fase dell’adolescenza: una richiesta in più, una lamentela, un capriccio. Poi ho iniziato a rendermi conto che non c’era misura: tutto durava troppo, costava troppo, pesava troppo e io mi saturavo dei suoi comportamenti, sempre di più. E io e mio marito, stanchi di rincorrere le bollette, ci siamo ritrovati a chiederci se avessimo sbagliato tutto. Non è facile dire di no a un figlio, soprattutto quando lo vedi confrontarsi con la sorella che studia fuori casa e sembra avere sempre più libertà e possibilità. Ma la verità è che qui non si tratta di libertà, ma di rispetto: per il nostro lavoro, per la nostra casa, per i sacrifici che facciamo ogni giorno. Quello che state per leggere è lo sfogo di una madre che non sa più se deve essere paziente o drastica, vi prego consigliatemi.”



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