“Sono Daniele e non mi vergogno a dire che sto vivendo un momento difficile: ho perso il lavoro qualche mese fa e adesso campo con la NASPI. Non è facile, perché oltre al peso di sentirsi “tagliato fuori” dal mondo del lavoro, c’è quello di essere padre e voler dare sempre il massimo. Io ci provo ogni giorno, con quello che ho, con la mia presenza.
Nonostante questo, la mia ex compagna Benedetta mi tratta come se fossi una nullità. L’altro giorno mi ha scritto la lista del materiale scolastico di mio figlio e l’unica cosa che si è raccomandata è “il bambino deve fare bella figura davanti ai compagni”, come se crescere un figlio fosse una gara a chi spende di più. Io non sono un padre perfetto, ma ci sono. Nonostante tutto. Eppure vengo insultato, umiliato, definito “pezzente” solo perché non navigo nell’oro. Non è giusto, nei confronti miei, e soprattutto nei confronti di mio figlio.
Essere genitori separati significa già fare i conti con distanze, incomprensioni e dolori; dover essere anche sminuiti nel proprio ruolo è devastante. Un figlio ha bisogno di amore, di valori, di sostegno. Ma questo, purtroppo, certe persone non lo capiscono”



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