“Quando ho conosciuto Marco sapevo che aveva due figlie.
Sapevo anche che aveva un’ex moglie con cui parlava spesso “per il bene delle bambine”.
Non sono mai stata gelosa di questo: so cosa vuol dire amare i propri figli e mettere loro al primo posto.
Ma una cosa è rispettare il passato, un’altra è sentirselo addosso ogni giorno come un’ombra.
Vivo in questa casa da quasi due anni, eppure mi sento ancora ospite.
Loro entrano, escono, fanno commenti su come arredo, su cosa cucino, su come vesto.
“Non è casa tua”, ha detto la più grande, ridendo.
“Questa è casa di mamma e papà”.
Io ho sorriso, come sempre.
Ma dentro ho sentito una fitta.
Marco dice che devo avere pazienza, che “sono piccole”, che “non capiscono”.
Che anche lei, la sua ex, “non lo fa apposta”.
E io mi mordo la lingua, sempre.
Anche quando trovo le mie cose spostate.
Anche quando la trovo in corridoio senza avviso perché “ha le chiavi”.
Non sono mai stata una che fa scenate.
Ma c’è un limite.
E ho paura che, quando esploderò, non sarà solo per quello che è successo oggi.
Sarà per tutti questi mesi a sentirmi invisibile.”



CONTINUA A LEGGERE QUESTA STORIA CLICCANDO QUI SOTTO SU “SUCCESSIVA”
Commenta con Facebook