“Se qualcuno mi avesse detto che a Milano avrei trovato una frequentazione capace di sconvolgermi così, gli avrei riso in faccia. Io, fuorisede in mezzo a coinquiline che litigano per il detersivo, esami che non finiscono mai e serate universitarie tutte uguali, non cercavo niente di serio. Poi però è arrivato lui. Uno di quegli incontri che ti sorprendono: battuta pronta, sguardo facile, il tipo che ti scrive anche solo per dirti “sto prendendo la metro” e a te strappa un sorriso pure se sei stipata come una sardina.
Un paio di uscite, qualche serata finita con risate sceme alle tre di notte, e poi quella volta a casa sua. Genitori via, appartamento enorme e ordinatissimo (troppo rispetto al mio casino), pizza, vino… e alla fine ci siamo lasciati andare, senza pensarci troppo.
Credevo fosse solo una storia leggera, di quelle che fanno compagnia mentre sei lontana da casa. E invece, la mattina dopo, è bastato un dettaglio a cambiare tutto. Un dettaglio che ha ribaltato la prospettiva e mi ha fatto scappare via senza voltarmi: una foto.
Pensavo che sarebbe finita lì, nel silenzio. Invece, dopo qualche giorno, lui mi ha riscritto. E da quel momento è iniziata la conversazione più assurda che io abbia mai avuto: tragicomica, surreale, piena di domande e risposte che non avrei mai creduto di dover dare.”



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