“Avete mai conosciuto qualcuno che dopo due chiacchiere è già convinto di aver trovato l’anima gemella?

Io sì, e tutto è successo nel posto più improbabile: in chiesa. Premessa: non sono una ragazza particolarmente religiosa, ci vado solo la domenica per accompagnare mia nonna, che non cammina bene e ci tiene tantissimo a non perdere la messa. È il nostro piccolo rituale: lei è felice, io la porto volentieri, e in fondo non c’è niente di male. L’unica cosa a cui non avevo pensato è che qualcuno potesse fraintendere la mia presenza.

Così ho conosciuto lui. Un ragazzo che frequenta assiduamente la parrocchia, molto convinto, molto serio. Mi ha vista qualche volta accanto a mia nonna e probabilmente ha pensato che fossi una ragazza di profonda fede. Abbiamo scambiato due parole e, da lì, è partito subito con i messaggi. All’inizio nulla di strano: domande banali, il classico “come stai?”, “che fai di bello?”. Poi, però, è arrivato il momento in cui ha tirato fuori… come dire… il suo regolamento personale.

Sì, perché questo ragazzo ha deciso di mandarmi un’immagine con “le sette leggi della compagna ideale”. Un manifesto, scritto da lui, che descriveva punto per punto la donna che stava cercando: obbediente, devota, semplice, pronta a fare sacrifici, e via dicendo. Secondo lui, io potevo essere quella donna. O almeno, lui era convinto che con il tempo lo sarei potuta diventare.

Ora, provate a immaginare la mia faccia mentre leggevo quelle “leggi”. All’inizio ero combattuta tra lo sghignazzo e l’imbarazzo. Poi, quando ho capito che parlava sul serio, ho deciso di chiarire subito. Solo che il chiarimento non è andato esattamente come pensavo: lui non l’ha presa bene, per niente.”

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