“La sera prima era finita nel peggiore dei modi: una cena iniziata con vino e battute, chiusa con Domenico muto sul divano e io chiusa in camera, incapace perfino di dormire. Tutto per una frase, detta con leggerezza, ma che ha scavato come un coltello: “a Carlotta sta bene così”. L’ha detta Mattia, il mio ex, seduto al nostro tavolo con la sua fidanzata. Una cena che avrebbe dovuto essere tranquilla si è trasformata in un tribunale. Io cercavo di minimizzare, lui vedeva solo confini calpestati.
Quella mattina, tra il rumore del negozio che apriva e le notifiche del suo smart working, Domenico mi ha scritto. Non c’era ironia, non c’era leggerezza: c’era la rabbia accumulata e la distanza di chi aveva dormito sul divano. Io cercavo di spiegare che non vedevo malizia, che l’amicizia con Mattia era solo routine, ma ogni frase era benzina sul fuoco. E alla fine ho capito che non era solo questione di una battuta a cena: era una linea rossa che avevamo disegnato male fin dall’inizio.”



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