“Mi dicono sempre che sto sbagliando tutto.

La zia, soprattutto, non perde occasione per ricordarmi che alla mia età sua figlia era già sposata, con un bambino e un lavoro part-time “come si deve”. Io invece ho scelto altro. Non perché non potessi fare quella vita, ma perché non la volevo.

Per me la famiglia non è una formula obbligatoria con marito e figli. La mia famiglia è fatta di chi mi ama davvero. E il mio cane, per quanto qualcuno possa ridere o scuotere la testa, è la presenza più fedele e sincera che io conosca. Non mi giudica, non mi rimprovera, non mi paragona a nessuno. Mi guarda e basta. E quello sguardo vale più di mille prediche.

So che per la zia questo è inconcepibile: nella sua testa una donna si realizza solo come moglie e madre. E tutto il resto è un fallimento. Ma io non mi sento un fallimento. Mi sento libera, indipendente, capace di amare a modo mio.

E forse è questo che la infastidisce di più: che io non abbia bisogno di seguire la sua strada per sentirmi viva.”

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