“Quando ho deciso di andare a convivere ero emozionata come non mai: la nostra prima casa, le nostre abitudini, il nostro spazio. Finalmente potevo immaginarmi una vita insieme a lui senza dover rincorrere orari e valigette. Tutto bellissimo, se non fosse che non avevo calcolato un dettaglio: sua madre. Da quando ci siamo trasferiti, la porta di casa nostra sembra un tornello libero: entra, esce, porta roba, sposta cose, commenta anche come piego gli asciugamani. A volte arrivo la sera e trovo cena già pronta, che non è un male di per sé, ma che senso ha se io e suo figlio avevamo deciso di cucinare insieme? Il problema è che lui non dice mai niente, ride e dice “eh vabbè è mamma”. Ma per me non è “eh vabbè”, è invadenza pura. Ha addirittura cambiato le tende senza chiedere. Così ho sbroccato. Ne è venuta fuori una conversazione di quelle che o ti svegliano o ti ammazzano la coppia.”



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