“Mi chiamo Clelia, ho 24 anni, e non so nemmeno da dove partire per raccontarvi questa storia, perché ancora adesso mi fa arrabbiare solo a pensarci. Io col mio ragazzo sto da quasi due anni, e credevo di conoscerlo bene: geloso sì, ma nella norma, niente di esagerato. O almeno così pensavo. Tutto è iniziato per una cavolata: la mia macchina aveva fatto un rumore strano e l’ho portata dal solito meccanico. Niente di strano, lo conosco da sempre, ci vanno pure altre persone che conosco, non è che mi invento cose strane. E invece, da lì, è venuto fuori di tutto.
Lui ha iniziato a farmi domande assurde, a insinuare che ci fosse chissà quale secondo fine, e da lì siamo scivolati in una discussione che sembrava senza fine. Non solo per il meccanico, ma addirittura per come ero vestita quel giorno. Ma veramente una relazione deve ridursi a questo? Io, che non ne posso più di giustificarmi per cose che non esistono, mi sono ritrovata a dover difendere persino la mia libertà di indossare quello che voglio. Già parlandone con un’amica mi è stato detto che dovrebbe essere la mia famosa red flag per andarmene. Attendo altri pareri, dato che invece mio fratello ha provato a giustificarlo!”



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