“Ho deciso di inviarvi la mia storia perché mai nella vita mi sarei aspettata di ritrovarmi in una situazione simile. Tre anni fa frequentavo un uomo, Pietro, all’inizio tante belle parole, tante promesse… poi io scopro di avere un ritardo.
Non era certo previsto, non ne avevamo parlato, ma scopro di essere incinta del suo bambino.
Quando glielo dico, lui mi guarda con una freddezza che ricordo ancora perfettamente e mi dice che prima di tutto non è sicuro di essere il padre, ma io frequentavo solo lui, e poi che è troppo giovane e non ha nessuna intenzione di prendersi questa responsabilità. Affronto la gravidanza totalmente da sola, con molta sofferenza. Credetemi. Quando nasce il bambino lo chiamo per avvisarlo, lui mi riaggancia il telefono in faccia. Durante la degenza nel reparto maternità, incontro una persona. Non è stato un colpo di fulmine ma un sentimento inaspettato che cresceva piano piano… questa persona diventa fondamentale per me e mio figlio. Tanto che, dato che il bambino non è stato riconosciuto dal padre, decidiamo di fare le pratiche per farlo riconoscere dalla persona che lo sta crescendo con me… e a un certo punto, ecco che rispunta il padre biologico…”



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