“Ogni anno, da quando ho memoria, il ferragosto si fa a casa mia. In famiglia siamo in 25, tutti mettono la “quota” per la spesa e poi, magicamente, cucino io, servo io e pulisco io. Gli altri? Arrivano, mangiano, bevono, lasciano il disastro e se ne vanno. E il giorno dopo io sono lì a pulire il porcile, stremata, mentre loro postano le foto del “bellissimo ferragosto in famiglia”. Quest’anno ho deciso che basta. Ho detto a mia sorella Lucia che non si farà a casa mia. Apriti cielo: secondo lei si deve fare da me perché ho il giardino più grande e “sono la più brava a cucinare”. Tradotto: “Così ti ammazzi di lavoro mentre noi ci divertiamo”. Ma stavolta non mollo. Anche se questo significa litigare come delle pazze e, forse, non vedere proprio nessuno il 15 agosto.”

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