“Ci sono rapporti che nascono difficili, si trascinano per anni, si rompono in silenzio, e sembrano destinati a non ricucirsi mai. Come quello tra Graziella e sua figlia Angelica. Due donne segnate, separate da incomprensioni profonde, parole mai dette e troppe ferite mai guarite.

Da una parte, una madre distante, dura, incapace di mostrare affetto. Dall’altra, una figlia cresciuta nell’ombra del “non sei abbastanza”, nel vuoto emotivo di chi avrebbe solo voluto un abbraccio. Una vita intera a camminare ai lati opposti della stessa strada, senza mai riuscire a trovarsi.

Eppure, a volte, la vita – o forse il dolore – trova il modo di riportare insieme anche chi sembrava perso per sempre.

La conversazione che state per leggere è un pugno nello stomaco. Perché non parla solo di dolore. Parla di mancanze, di rimorsi, di tutto ciò che una madre non ha mai saputo dire.

Non vi sveliamo altro, ma vi invitiamo a leggere con calma e in silenzio, perché certe parole vanno sentite, non solo lette. E certe ferite… possono ancora insegnare qualcosa, anche a chi non le ha mai vissute.”

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