“Ciao a tutti. Vi leggo e seguo sempre.

Sono un papà divorziato e, come tanti nella mia situazione, ho sempre cercato di fare del mio meglio per restare vicino a mio figlio. Non è stato facile: settimane alternate, conversazioni a metà sul divano, cene silenziose spezzate solo da qualche battuta. Ma ho sempre creduto che la presenza: vera, attenta, anche se imperfetta, conti più di ogni altra cosa.

Oggi mio figlio ha vent’anni. Un’età difficile da definire. Non è più un ragazzino, ma nemmeno un uomo fatto. È un’età in bilico, in cui si comincia a sentire il peso del mondo sulle spalle, ma si cerca ancora lo sguardo di un padre per capire se si sta andando nella direzione giusta.

In questi mesi l’ho visto cambiato. L’amore, o meglio, la sua prima storia seria, sembrava averlo aperto un po’, finalmente. Lei era entrata nella sua vita come una luce, e io l’ho visto brillare per la prima volta da tempo. Ma come spesso accade, le cose non vanno sempre come ci si aspetta.
Qualche giorno fa, mi ha scritto. Un messaggio come tanti, su WhatsApp, mentre io e la mia compagna lo aspettavamo per pranzo.

Quello che è seguito non è stato facile da gestire. Né per lui, né per me. Ma è proprio in questi momenti che un padre deve esserci. Non per risolvere, ma per guidare.

Credo che ci sia bisogno di padri presenti, che insegnino ai giovani d’oggi certe cose fondamentali.

Vi faccio leggere sperando di lasciare uno spunto di riflessione.

Ah dimenticavo… Mi chiamo Fulvio. Grazie a tutti.”

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