“All’inizio, con lui, sembrava tutto perfetto. Ci siamo conosciuti in palestra, durante una lezione di HIIT: lui era uno di quelli super precisi, che si allenava con costanza e portava da casa i pasti già pesati. A me quella disciplina affascinava, sembrava sinonimo di equilibrio, di forza mentale. E poi, anche io volevo sentirmi meglio nel mio corpo. Così, da lì, è nato tutto: ci allenavamo insieme, facevamo meal prep insieme, ci caricavamo a vicenda. Mi sembrava bello avere qualcuno che capisse quanto mi stavo impegnando, e che voleva “migliorarsi” come me. Con il tempo, però, quella che era una passione condivisa è diventata una gabbia. Ogni volta che uscivamo, c’era un commento su quello che ordinavo. Ogni volta che saltavo un allenamento per colpa del lavoro, sentivo il suo silenzio giudicante. Mi diceva che era per il mio bene, che aveva “grandi aspettative” su di me. E io, che già ero insicura di mio, finivo per assecondarlo. Poi sono partita con le mie amiche per qualche giorno di vacanza. Pensavo che un po’ di mare, libertà e leggerezza ci avrebbero fatto bene, ma mi sbagliavo. Ho capito che lo fa per me, ma così è troppo.”

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