“Ciao a tutti, mi chiamo Edoardo, ho 17 anni, e questa è la conversazione che ho avuto con mia madre dopo mesi, anzi forse anni, di accumulo di frustrazione, silenzi, e compromessi forzati.
I miei genitori sono separati da quando avevo 11 anni, e per un po’ sono riuscito a trovare un equilibrio tra le due case. Non era perfetto, ma almeno avevo il mio spazio, la mia camera, la mia routine.

Da un paio d’anni, con vari traslochi nel mezzo, tutto è cambiato: mio papà si è messo con una donna che ha due figlie piccole, una delle quali si è praticamente “appropriata” della mia stanza ogni volta che non ci sono. Quando ci sono, invece, invade, rompe, fruga tra le mie cose. Mio padre dice sempre che devo essere paziente, che si deve “creare una nuova famiglia”. Ma il punto è che nessuno mi ha chiesto se io questa nuova famiglia la volevo.

Poi è arrivato l’ultimo colpo: mia madre, con cui ho sempre avuto un rapporto più stretto, mi ha chiesto di dividere la stanza con la figlia del compagno. Un’altra bambina delle elementari.

Ripeto, io ho 17 anni.
E ora devo dormire con una bambina, su un letto a castello o un materasso in terra, mentre saltella e strilla quando io dovrò prepararmi per l’ultimo anno di scuola.

Ho capito che non avevo più un posto mio, da nessuna parte.
E quindi ho preso una decisione. Forse dura, forse esagerata per qualcuno.
Ma per la prima volta ho scelto di ascoltare me stesso. E tra i due mali, ho dovuto scegliere quello meno peggio.”

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