“Non ci posso ancora credere… sentivo che lei aveva qualcosa di strano, ma non mi aspettavo questo. Quasi tre anni. Abbiamo passato compleanni, feste, giornate storte, giornate da ridere. Abbiamo fatto vacanze vere, altre più improvvisate. L’ultima volta siamo stati in Puglia. Casa al mare dei miei. Una terrazza sul mare e una moka che sa di agosto. Lei diceva che le bastava. Poi, piano piano, ha iniziato a non bastarle più. “Non è che voglio tanto”, dice. “Solo qualcosa di diverso.” E per “diverso” intende: più caro, più esclusivo, più condivisibile online. Una spa, una piscina a sfioro, un cocktail colorato da postare. Il problema non è che non possiamo permettercelo. Il problema è che io non posso da solo. E lei, pur guadagnando meno, non fa nulla per guadagnare di più. Non manda curriculum, non cambia cliente, non si sbatte. Aspetta. Come se fosse scontato che qualcuno si occupi del “come”, mentre lei si preoccupa solo del “dove”. Io ci ho provato. Ho cercato di farle capire che anche con poco si può stare bene. Pensavo bastasse. Pensavo bastasse io. Poi ho rifatto il letto. E tra le lenzuola, ho trovato un biglietto. Breve. Duro. Stronzo. E da lì, tutto è cambiato.”



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