“Mi chiamo Antonella e non sono mai stata una che si fa mettere i piedi in testa. Insegno da vent’anni, ho cresciuto mia figlia da sola e l’ho sempre spinta a essere indipendente, a contare su sé stessa e a non lasciarsi condizionare da nessuno. È una donna intelligente, ha trent’anni e sa cosa vuole. Quando ha conosciuto Giacomo sembrava felice, e io ovviamente ero fin da subito contenta per lei. Lui è abbastanza un bravo ragazzo, educato, gentile, di quelli che salutano con rispetto e ringraziano per il caffè. Ma avevo notato qualcosa di strano comunque.
Quando li vedevo insieme, lui spariva per lunghi minuti, a volte ore, per stare al telefono con sua madre. Sempre al telefono. Parlava fitto fitto, si agitava, poi tornava nervoso, infastidito, e si capiva che avevano litigato. Un copione che si ripeteva ogni volta. Ho provato a non dare troppo peso alla cosa, ho pensato fosse solo un legame stretto madre-figlio, magari un po’ soffocante. Ma con il tempo ho iniziato a notare che quella donna non era solo presente. Era ovunque. E adesso che ho ricevuto questi messaggi ho capito che devo mettere in guardia mia figlia…”




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