“Mio marito dice che sono troppo molle con Sofia. Ogni volta che litighiamo per lei, mi accusa di essere complice della sua irriconoscenza, di non avere il coraggio di metterla davanti alle sue responsabilità. Forse ha ragione. Io non ce la faccio, non riesco a essere dura con mia figlia, nemmeno quando mi tratta male. Mi fa sentire una madre terribile, come se il fatto che le neghiamo qualcosa fosse una colpa, come se noi non stessimo già facendo abbastanza.
L’abbiamo sempre sostenuta in tutto: studi, casa, spese. Le abbiamo dato la possibilità di vivere fuori casa, in un’altra città, perché credevamo fosse un’esperienza importante per la sua crescita. Ma lei sembra non accorgersene. Ogni volta che chiede soldi, è come se desse tutto per scontato. E se provo a spiegarle che non possiamo fare di più, mi risponde male, quasi insultandomi. Mi viene il magone ogni volta che penso a quanto siamo arrivati a sacrificare per lei, per darle una vita migliore, e a come lei ci ripaga con rabbia e pretese.
Mi sento uno straccio. Una parte di me vorrebbe dirle di arrangiarsi, di imparare a capire cosa significa lavorare, guadagnare, gestirsi. Ma un’altra parte – quella che mio marito odia – vorrebbe solo abbracciarla e farle capire che siamo qui per aiutarla, non per assecondare i suoi capricci.
Quando oggi mi ha scritto di nuovo per chiedere soldi per andare a cena fuori, ho sentito il solito groppo in gola. E poi la rabbia. La rabbia di non riuscire a farle capire quanto le stiamo dando e quanto poco sembra apprezzarlo.”
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