“C’è un momento nella vita di ogni essere umano in cui ti rendi conto di aver raggiunto l’apice dell’assurdità, e per me quel momento è arrivato l’altra notte, quando ho passato due ore con Roberto. Sì, il Roberto sobrio è una persona normale, quasi brillante, ma il Roberto ubriaco è un’esperienza mistica, un misto tra un filosofo greco e un cartone animato fuori controllo.
Era circa le 2 del mattino quando ha iniziato a scrivermi. All’inizio pensavo fosse una cosa rapida: un “ci sei?”, due battute e buonanotte. Ma no, quello era il preludio a uno spettacolo epico, un flusso di coscienza che poteva competere con Joyce, se Joyce avesse avuto tre litri di birra nello stomaco e un prosecco a chiudere il tutto.
Mi ha parlato di bollicine vive, di come siamo tutti patatine sopravvissute in fondo al sacchetto, di supereroi sottovalutati. E io, che faccio? Sto lì a sentire i suoi deliri. Perché sono un buon amico, certo, ma anche perché vedere fin dove può arrivare con le sue teorie è il mio hobby preferito.
La cosa migliore? Tutto è culminato con lui che, tornando a casa, ha vomitato dal finestrino della macchina. Un classico. Il bello è che il giorno dopo mi ha scritto chiedendomi se il pesce rosso (inesistente) che aveva nominato nella chat si fosse offeso per le sue parole. Questo è Roberto: un po’ filosofo, un po’ comico, un po’ disastro ambulante. E per quanto sia una continua fonte di caos, non lo cambierei per niente al mondo. Ok, forse un secchio lo prenderei, ma solo per le emergenze.”
CONTINUA A LEGGERE QUESTA STORIA CLICCANDO QUI SOTTO SU “SUCCESSIVA”
Commenta con Facebook