“Parto con il dire che anch’io ho delle colpe in questa vicenda, non lo nego, ma ho la consapevolezza di aver agito in buona fede, senza la volontà di danneggiare altri ma semplicemente per una situazione complicata in cui mi sono ritrovato. Se posso dire questo con certezza di me, non posso dirlo degli altri individui coinvolti, soprattutto il mio collega Giulio, una persona viscida ma che ritenevo un amico, ma mi sbagliavo. Purtroppo l’ambiente di lavoro non è sempre favorevole come uno potrebbe pensare. E non parlo di posti di lavoro in cui uno si trova male, perché in quelle è normale non viversela bene, parlo dei posti di lavoro dove apparentemente c’è un bel gruppo, dove si è “tutti amici” all’apparenza e quindi si scherza, si ride, si organizzano eventi, ma poi appena c’è un disguido, appena c’è un’incomprensione, tutti a puntare il dito. Ma chi è senza peccato scagli la prima pietra, e si è visto. Ad ogni modo, stavamo organizzando un regalo per il compleanno di un nostro collega e Giulio, come sempre anche se decide sempre lui, aveva scelto il regalo, lo aveva comprato e aveva ritirato le varie quote, ma qualcosa è andato storto.”

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