“Quando è nata mia figlia Laura, ho fatto uno sbaglio. Mi sono lasciata convincere da mio marito a stare a casa dal lavoro, complice il fatto che ho avuto una depressione post partum, e svariati problemi di salute.

È vero, mio marito si è occupato delle questioni economiche in quel periodo. Ed anche sua madre ci ha aiutati. Però, le cose si sono fatte sempre più buie per me. Entrambi mi manipolavano, e alla fine ero diventata una sorta di serva, al loro servizio. Ho cominciato a dover chiedere il permesso a mio marito per ogni cosa. E tutto lo infastidiva ovviamente, e cominciava a farmi anche un po’ paura per come si arrabbiava.

Ma da fuori, tutti a dare ragione a lui: sempre gentile, sempre sorridente, sempre un gesto o una parola carina per tutti.

Ma io stavo sempre peggio. Non sapevo come uscirne, perché senza un’indipendenza economica e con una figlia piccola, tutto si fa più complesso. Non è come quando sei ragazzina, che uscire da una relazione che ti fa soffrire è facile.

Però mi sono fatta coraggio, e ho chiesto aiuto. E l’aiuto è arrivato, in particolare dal mio ex datore di lavoro, che aveva una proposta per me.”

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