“Mi chiamo Alberto e volevo sposare Betta. Prima però le ho fatto un piccolo test. Beh, ha fallito.

Prima di sposarmi devo essere certo che la donna che avrò accanto sarà come voglio io. Voglio che mi conosca sin nelle più intime pieghe della mia carne. Voglio che per me lei sia il coltello che fruga nelle mie viscere, che conosce la mia interiorità, che previene, cura, sistema.

Non voglio accanto una persona che non mi conosce, che non sa che sono capace di tutto, di tutto davvero. Voglio una donna, l’eterea, la neve, il cristallo, il crisantemo sulla tomba della mia follia.

Betta sembrava la donna più adatta a traghettare con me in questa avventura chiamata matrimonio. Sì, perché per me il matrimonio è un’avventura, una bellissima avventura a due, che poi diventa a tre, a quattro, spero io.

Ma lei non era lei. La bella, l’eterea, la goccia che fa traboccare il mio vaso, il nettare da cui suggere il miele. È solo carta straccia, solo parole vane, solo voglie inespresse, un geyser freddo, una lampada scarica circondata da insetti morti.”

CONTINUA A LEGGERE QUESTA STORIA CLICCANDO QUI SOTTO SU “SUCCESSIVA”