“Non sono ricca, ahimè. Una mia amica benestante è disgustata dalla mia barbonaggine e non solo…

Sono una ragazza con una vita di me*, un lavoro di me, una situazione familiare di me*. Beh, sicuramente in tanti la pensano così della propria vita. Non mi vergogno di niente. Non mi vergogno di arrivare a stento a fine mese, non mi vergogno di cenare con una scatoletta di tonno e un pacco di crackers.

Anzi. Dopo questa conversazione con questa mia “amica” penso di essere un eroe. Un grande fottutis* eroe. Combatto per la pensione, difendo la mia famiglia, resisto alle lusinghe dei grattaevinci vari.

Non posso farci niente se per una caz* di sera non posso fare un aperitivo. Non me ne frega niente. Ma la mia amica viene da un’altra dimensione, una dimensione in cui puoi permetterti tutto, una dimensione in cui le cose si risolvono magicamente, una dimensione in cui tutto cade dall’alto, tipo manna dal cielo.

Io tutto quello che ho e che spero di avere in futuro me lo sto sudando, con l’aiuto delle mie braccia, della mia testa e del mio cuore.”

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