“Mario, il padre di mio figlio, se n’è andato di casa quando lui aveva dieci anni. Fu davvero dura per me, mi lasciò per una donna più giovane con cui si era poi si era anche risposato. Io all’epoca ero disoccupata da qualche mese, e mi sono trovata a fare il genitore single e a dover cercare lavoro, perché la persona che credevo essere l’amore della mia vita, se n’era andata via per sempre. Mi ricordo bene quel giorno terribile in cui mi ha lasciato. Lo ha fatto in modo vergognoso, facendomi trovare un biglietto e le valigie fatte, al mio ritorno da un fine settimana al mare con Jacopo e i miei genitori. Io per fortuna avevo l’appoggio dei miei, i nonni di Jacopo, e un anno e mezzo dopo ho conosciuto il mio attuale marito, Tiziano, che per Jacopo è stato un padre vero.  Mario invece per tanti anni si è interessato poco o nulla di suo figlio. Si faceva sentire due tre volte l’anno per il compleanno o le feste, e vedere poco. E Jacopo aspettava con ansia quei pochi momenti con il papà, perché lui credeva ancora gli volesse bene. Ma ogni volta che il padre si presentava, spariva di nuovo poco dopo, e questo lo faceva in modo sistematico, lasciando Jacopo deluso e triste. Io ho tenuto sempre il mio rancore per me, non volevo avvelenare il mio bambino con una realtà per cui non era pronto. E ai suoi occhi, per quanto possibile, ho sempre difeso il padre. Crescendo ha capito da solo tante cose, e non mi ha più chiesto nulla su di lui, si faceva bastare quegli sporadici incontri. Poi, sei mesi fa, è successo qualcosa. Mario ha avuto un incidente in macchina che lo ha visto rischiare la morte. Mario allora si è ricordato di nostro figlio. Da allora si sente di più e adesso vuole essere presente a tutti gli effetti per Jacopo. Questa è la conversazione che abbiamo avuto. Che ne pensate?”

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